Valmontone - Guida Turistica

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.: DA VEDERE

 COLLEGIATA DI SANTA MARIA MAGGIORE
 L’attuale chiesa (sec. XVII ), voluta dal principe G. Battista Pamphili, è opera dell’arch. Mattia De Rossi, allievo del Bernini, ed è sorta sull’antica chiesa gotica del XII secolo. Della precedente chiesa restano alcuni preziosi pezzi: la fonte battesimale, chhe si trova all’ingresso destro della chiesa, la custodia degli olii santi ed una striscia di mosaico sullo scalino dell’altare nella cappella della Madonna del Suffragio. La Collegiata, a forma ellittica è di stile barocco, mentre la facciata, inquadrata dai campanili gemelli risente dei modi borrominiani. Nella Chiesa vi sono pregevoli dipinti, quasi tutti del XVII secolo, recentemente restaurati: Brandi “Crocifissione”, Mattia Preti “La Vergine del Rosario”, Pozzi “S. Francesco e S. Antonio”, Gramiccia, nella pala dell’Altare  Maggiore, “L’assunzione di Maria Vergine al cielo”, Bassano Da Ponte “Natività”, Ferri “l’annunnciazione”, Lucatelli “S. Nicola”. Interessante è inoltre il coro ligneo dei canonici (XVIII sec.), restaurato, con 17 stalli, posto dietro l’Altare Maggiore.
 CONVENTO SANT’ANGELO
 Luogo sacro tra i più antichi di Valmontone. Eretto dai PP. Benedettini nell’VIII secolo, probabilmente su un luogo pagano.
 Nel XIII secolo la proprietà del monastero passa dai PP. Benedettini ai Frati Minori. Quasi completamente distrutto dagli ultimi eventi bellici, il convento è stato ricostruito e restaurato. Possono essere visitate, nel refettorio e nel chiostro, pparti di pareti risalenti al primo monastero benedettino;  nel chiostro la croce stazionaria, le campane del 1523 e del 1744 e gli affreschi del 1600, di autore ignoto raffiguranti vita e miracoli di S. Francesco.


 CATACOMBE E BASILICA DI SANT’ILARIO
 Sicuramente uno monumenti paleocristiani-alto medievali tra i più importanti e completi del Lazio. Il complesso è costituito da: le Catacombe, scavate probabilmente nel IV-V secolo, per lo più con volte a botte, sono formate da 6 gallerie e 5 cubicoli, sovrastate da pozzi lucernari. Le catacombe, sicuramente cristiane, nei secoli, ospitarono centinaia di defunti; tuttora si presentano tombe intatte. La Necropoli a cielo aperto , utilizzata nei secoli IV-VII, è importante anche perchè vi è stato rinvenuto un sarcofago di tufo decorato con colonnine spiraliformi. La Basilica di Sant’Ilario (mt. 6x10), edificata, quasi completamente sulla necropoli nel IX secolo, è stata ufficiata fino al XIV secolo. Fra i rinvenimenti: lucerne, lapidi del 342, monete del IV-V secolo.
 PALAZZO DORIA PAMPHILY
 Uno dei più grandiosi e importanti monumenti del Seicento della provinia di Roma. 30 metri di altezza, 60 di lunghezza, 365 stanze. Gravemente danneggiato nel corso dell’ultima guerra è inserito dalla rivista americana “World Monuments Watch” tra i 100 monumenti più importanti del mondo da salvare. Il palozzo fu voluto dal principe Don Camillo Pamphili e costruito tra il 1651 ed il 1661.
 Questi, dopo aver comprato il feudo dai Barberini, decise di creare in Valmontone una propria città, la Città Pamphiliana.
 Ordinò la demolizione del Grande Palazzo dei Barberini ed in pochi anni riuscì a far edificare l’attuale maestoso palazzo di stile barocco.
 Il bugnato russtico di travertino, la sobria riquadratura in tufo delle finestre, gli oculi ovali ciechi rendono il Palazzo imponente e sorprendente per la sua belllezza. Nell’interno, un magnifico porticato semicircolare con colonne e pilastri di travertino.
 Nel palazzo possono ammirarsi gli affreschi del Cozza: stanza del fuoco; Mattia preti: stanza dell’aria; Cortese, detto anche il Borgognone: stanza dell’acqua; Tassi, detto il Cortonese: stanza della terra; Doughet: la sala del principe, nella cui volta spicca lo stemma dei Pamphili;
 Il Mola, che in vari camerini dipinse: l’ America e l’Africa, mentre il dipinto dell’Africa e variamente attribuito al Mola od al Cozza. Recentemente è stato ritrovato un altro affresco “L’Europa”, opera, forse, di un allievo del Mola. Il palazzo, attualmente in fase di restauro, sarà impiegato e per la ricerca scientifica e come Università per i paesi in via di sviluppo.
 LA FONTANA DEL COLLE
 Ideata dal principe Camillo Pamphili, fu realizzata dal figlio principe Giovanni Battista, nella seconda metà del XVIII secolo. Di stile barocco è composto da quattro vasche rotonde ed, al centro, da una colonna sul cui capitello poggia la statua di un legionario romano, il Labicano.  Seriamente danneggiata nel 1944  - si salvarono il piedistallo della colonna ed una vasca, la prima a sinistra - , sul progetto dell’Arch. Vodret, è stata ricostruita sul modello dell’antica ed inaugurata nel 1968. L’attuale colonna ed il apitello furono donate dal Comune di Roma, l’opera in bronzo è dello scultore M. Tommasi mentre il lavoro in marmo dei fratelli   Umberto ed Alfredo Bono da Valmontone.
 CHIESA DELLA MADONNA DEL GONFALONE  
 Fu edificata nel 1508 al di fuori della fascia muraria della città a disegno gotico aveva un’unica navata con 15 altari. L’Altare maggiore è del 1514. La chiesa, nel tempo, ha subito lavori, trasformazioni, e gravi danni nell’ultima guerra. E’ stata ricostruita negli anni ‘50 e restaurata nel 1984. Dell’antica chiesa restano: L’elegante portale rinascimentale timpanato, con lesene laterali; all’interno: l’arco trionfale dell’abside con pregievoli lesene, l’edicola dell’Altare Maggiore, con in alto l’immagine del Padre Eterno benedicente e sotto un affresco del 1514 raffiguraante la vergine seduta in atto di allattare il Bambino. Vi è inoltre una tela di Sebastiano Conca che rappresenta il S.S. Salvatore.
 CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
 Costruzione, a blocchi di tufo, tra le più antiche di Valmontone. Risale alla fine del IX secolo. Il soffitto è a volte a crociera, con costoloni che terminano su mensole. Sono presenti decorazioni a stucco della fine del 1600, un’immagine della Madonna con il Figlio, dipinto ad affresco, anonima, scolorita dall’umidità e con parziale scollamento della stessa immagine ed un altare dedicato a S. Antonio Abate con un quadro che lo rappresenta, anonimo, di recente restaurato, (la chiesa, un tempo, appartenne ai canonici regolari dell’ordine di S. Antonio Abate). Il simbolo degli Antoniani è visibile all’esterno sugli archi rotondi che sormontano le originarie due porte d’ingresso, oggi murate. La facciata principale è abbellite da una piccola finestra oblunga a feritoia e da un’altra finestra anch’essa murata, coronata da un archetto sostenuto da due colonnine in marmo. Il piccolo campanile a vela rovinato dall’incuria e dall’abbandono, è stato ricostruito intorno agli anni ‘90 con lo stesso stile del precedente.